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Oggetto: Progetto esecutivo per risanamento ambientale e prevenzione incendi boschivi nel bacino sud del lago di Nemi del Comune di Genzano di Roma, Del. G.M. n° 59 del 21/02/2001.

Dal maggio I980 al 1982 l’Amministrazione Comunale di Genzano eseguiva, a seguito di propria deliberazione, alcuni lavori per rendere transitabile pedonalmente il preesistente sentiero detto di “Perino”, che dal centro storico di Genzano porta sulle rive del Lago di Nemi. A seguito di detti lavori il sentiero è stato reso percorribile agli autoveicoli grazie agli sbancamenti effettuati e all’asfaltatura di parte del sentiero.
Di conseguenza, data la predetta carrozzabilità, privati cittadini hanno causato, con sbancamenti e tagli di alberi, una compromissione del bosco tutelato ed integro e la modificazione di tutta la costa lacustre.
Tutte le pendici del bacino lacustre sono sottoposte alle seguenti normative:
L. 1497/39;
L. 431/85;
Vincolo idrogeologico ai sensi del R.D.L. 3267/23;
Normativa Piano Paesistico Regione Lazio, L.R. n 24 del 6 luglio 1998, ambito territoriale n° 9, art. 19;
Piano d’Assetto del Parco Regionale dei Castelli Romani: Bacino del Lago di Nemi riserva botanica/ norme di immodificabilità dei luoghi in attesa dell’adeguamento del Piano d’Assetto del Parco alla L.R. 29/97;

Normativa P.R.G. di Genzano: vietata ogni manomissione dei luoghi, zona F nihil aedificandi;
Zona di notevole interesse archeologico: resti della antica banchina , cava, strada di epoca romana.
Oggi sulla costa del Lago, conseguentemente alla apertura della strada, nel territorio di Genzano, sono sorte molteplici case abusive. Il Comune di Genzano ha permesso a terzi di costruire anche su terreni di sua proprietà prospicienti il Lago e, inoltre, non ha fatto eseguire e non ha eseguito nessun ripristino dei luoghi, così come previsto dalla legislazione vigente.
Il Comune di Genzano, con l’elaborato in oggetto, invece di proporre il ripristino del bosco, la rinaturalizzazione della costa lacustre e del “sentiero di Perino”, progetta una strada, con una carreggiata di oltre 4 metri, che ancora di più stravolge sia i luoghi, che la costa lacustre, incrementando indirettamente l’abusivismo edilizio della zona.
Il progetto prevede che la soprascritta strada lungo la costa lacustre sarà sostruita da gabbioni di pietrisco per un altezza che, in alcuni punti, dovrebbe raggiungere i sette metri, distruggendo e modificando la linea di costa (L.R. 24/98, art. 19). Nella zona prospiciente il confine lacustre della Villa Sforza Cesarini, tale strada verrebbe realizzata, per una lunghezza di cento metri, proprio sull’alveo del Lago. Infatti il progetto prevede di rialzare artificialmente l’alveo (L. 5/1/94 n° 37) di circa 4 m., per raggiungere una quota superiore all’incile dell’emissario, allo scopo di realizzarvi la strada.
Ciò ci sembra assurdo come lo è la scusa addotta a giustificazione di questo disastroso progetto: la strada deve servire per il passaggio dei mezzi antincendio! Come soprascritto il bosco in quell’area è stato interamente distrutto da costruzioni abusive e dunque cosa dovrebbe andare a fuoco ?
All’interno di Villa Sforza Cesarini, lo stesso progetto prevede il ripristino dell’antica via che collegherebbe il piazzale Sforza Cesarini con la costa del Lago, la quale potrebbe essere utilizzata per il passaggio dei mezzi antincendio, rendendo, così, superflua la realizzazione del tratto Via di Perino-Lago. Inoltre è prevista la costruzione di una rete antincendio fissa, che ci sembra, peraltro, il rimedio più opportuno per combattere gli incendi boschivi, date le pendenze del luogo e la presenza di correnti ascensionali, che spingerebbero eventuali incendi in alto.
Invitiamo, pertanto, gli Enti in indirizzo a visionare il progetto, ad esprimere il loro più fermo diniego alla sua realizzazione, che comporterebbe un ulteriore manomissione del paesaggio e delle presenze archeologiche della zona, e a imporre al Comune di Genzano il ripristino dei luoghi, così come previsto dalla legislazione vigente.